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Il Piccolo Museo del Lavoro e dell'Industria

Annotazioni storiche e sociali

"Da qui gli Etruschi..."

Luciano Russo

I diritti degli umani

Gli speciali diritti dei minori

I diritti degli [altri] animali

Chi crediamo di essere

   e chi veramente siamo...

Un borioso "Ego"-Mondo

nell'"Eco"-Mondo!

Noi "umani" e la Natura

Il rapporto fra noi e l'"ambiente", quello che, "diverso" da noi, ci

circonda, anzi, proprio per quel suo essere "altro da me", ci aiuta

a percepire "chi" siamo, nelle nostre fondamentali caratteristiche

di "potenzialità" e "limiti", anche nella "individualità" e

"appartenenza".

Il nostro "atteggiamento" e "comportamento" sociale verso la

Natura (quindi direttamente e indirettamente, volenti o nolenti,

anche verso noi stessi che ne facciamo parte!) segue la nostra

evoluzione di specie, in pratica rispecchiando il nostro modo di

"vederci", di considerare noi stessi, autoproclamata "misura" di

tutto il resto, seguendo alterne fasi storiche e con variazioni geo-

culturali, fino all'odierna immagine che ci siamo creati di noi,

comunque "disastrosa" e "disastrante", ma almeno un po' più

sobria e questionabile di quella che avevamo appena pochi anni

fa...

Con "natura" e "ambiente" possiamo significare tante cose, prima

fra tutte il nostro naturale "habitat", con la sua pacificante

armonia, le sue risorse vitali e i suoi pericoli noti e non ancora,

qualcosa che condividiamo con tutte le altre specie "viventi" e

"senzienti" e quella "materia" solo apparentemente "inerte".

Abbiamo progressivamente scoperto che lo potevamo cambiare e

addirittura "manipolare", adattandolo a nostro favore e, così

pensando e facendo, almeno dal "nostro" punto di vista ci siamo

confortati con l'illuderci di "migliorarlo" nel modellarcelo via via

addosso secondo i "nostri" bisogni del momento, senza troppo

dar peso ai, pochissimi fra noi "pensanti", che cercavano di

renderci consapevoli di future "conseguenze" per noi stessi e tutti

gli "altri" a cui di fatto appartiene.

Siamo intervenuti "artificialmente" (il nostro sempre più potente

artus ci ha promosso sul campo "artefici" del nostro destino!) su

certi equilibri dell'ambiente, fra "risorse" non affatto "inesauribili"

nella forma e nella quantità in cui le conosciamo ad oggi e come

abbiamo voluto crederle per puro comodo mercantile, ma, giunte

a punto di rottura e obbedendo a leggi intrinseche ben più grandi

noi, tendono per automatismo a ristabilire anche con improvvisa

violenza i manipolati equilibri.

Alla fine, credendo di poter migliorare "senza limite" le nostre

"condizioni" di vita, ci ritroviamo con l'aver distrutto quasi del

tutto i preziosi "presupposti" stessi della nostra sopravvivenza

biologica.

Le nostre "attività" umane, non tutte necessarie, anzi spesso

puramente lucrative, danneggiano gravemente l'ambiente e

mettono in moto a domino catene di eventi  del tutto fuori dal

nostro "controllo".

Da disboscamento, sovrapascolo e sfruttamento agricolo sta

conseguendo erosione del suolo, desertificazione, estinzione di

intere comunità animali.

Con sovrapopolamento e sostanze chimiche di uso domestico e

industriale, fertilizzanti e pesticidi, stiamo contaminando falde

acquifere, fiumi e laghi, nostra "vitale" riserva di acqua potabile,

già sofferente da eccessivo prelievo irriguo.

Dei nostri inquinamenti, versamenti criminali di sempre più

giganteschi mostri marini e sovrapesca, in oceani e mari sta

morendo ogni vita rimasta.

Nell'aria sproporzionate emissioni di gas serra da industrie e

trasporti, stanno acuendo con sempre più rapida accelerazione

drastiche variazioni climatiche anche fatali, a livello globale i

ghiacci muoiono e con loro tutti gli animali che ne dipendono... 

Il nostro attuale "progresso", soprattutto tecnologico, ci sta

"schiavizzando" come mai prima, alimentato dal nostro stesso

disorientamento culturale di valori socio-ambientali ormai

considerati, se ancora "in voga", solo vintage e quella nostra

ossessione di dover essere, alla moda, costi quel che costi

paillettes découpées & glamour, narcisisti alienati ormai così

poveri d'umano - un "Ego-Mondo" fuori dall'"Eco-Mondo"!

I Padri Etruschi intuiscono e rispettano le dimensioni inafferrabili

dello "spazio sacro" del Cosmo, le "leggi universali" delle sue

forze superiori, visibili e non, a cui sottomettersi perché ne

dipende la vita, sostentamento e destino, la necessità di osservare

quei "segni", anche i più piccoli, manifestazioni naturali e sintomo

di un eventuale "squilibrio" - ecologico, fisico e spirituale.

I Greci concepiscono il loro Kosmos come un'"immagine" di cui

meravigliarsi, da contemplare devotamente, Lucrezio vede nella

Natura la grande "progenitrice", madre di tutte le creature, noi

umani "compresi", Virgilio dipinge l'origine "divina" dell'Universo,

da cui la nostra stessa essenza "umana" con radici nella Natura,

che ne stabilisce i limiti.

il fraticello di Assisi loda con lo stupore di un bambino il "Creato",

la grandezza e lo splendore celebrativi della Natura

"incontaminata", simbolo dell'onnipotenza di Dio, Petrarca

innamorato loda la Natura come locus amoenus, rifacendosi al

topos letterario greco.

Col Romanticismo ci si perde nell'infinità dell'Universo, in legame

profondo con la Natura, "appartenenza" dove rifugiarsi,

realizzarsi, trovare pace via dalle emozioni, D'Annunzio riveste di

elementi della Natura la sua estasi per la donna amata, a

esaltazione della sua "bellezza"... 

Cosa ci è successo?!

Noi "Umani" e gli altri Animali

La nostra idea di "umanità" ce la siamo "costruita" noi,

culturalmente, in antitesi a un'idea di "animalità" altrettanto

inventata, scientificamente insostenibile, creandoci sopra il

"linguaggio" purtroppo oggi abituale, del tutto improprio,

semplicemente perché anche noi umani siamo animali, a tutti gli

effetti e anche molto facilmente "classificabili" come tali:

"Dominio Eukaryota, Regno Animalia

Sottoregno Eumetazoa, Ramo Bilateria

Superphylum Deuterostomia, Phylum Chordata

Subphylum Vertebrata, Infraphylum Gnathostomata

Superclasse Tetrapoda, (clade) Amniota

Classe Mammalia, Sottoclasse Theria

Infraclasse Eutheria, (clade) Boreoeutheri

Superordine Euarchontoglires, (clade) Euarchonta

Ordine Primates, Sottordine Haplorrhini

Infraordine Simiiformes, Parvordine Catarrhini

Superfamiglia Hominoidea, Famiglia Hominidae

Sottofamiglia Homininae, Tribù Hominini

Sottotribù Hominina, Genere Homo

Specie H. sapiens, Sottospecie H. sapiens sapiens

Specie/sottospecie estinte finora ascritte o proposte:

H. antecessor †, H. cepranensis †, H. denisovans †,

H. erectus †, H. tsaichangensis †, H. luzonensis †,

H. ergaster †, H. floresiensis †, H. gautengensis †,

H. georgicus †, H. habilis †, H. heidelbergensis †,

H. naledi †, H. neanderthalensis †, H. rhodesiensis †,

H. rudolfensis †, H. sapiens idaltu †

Nomenclatura binomiale Homo sapiens, Linnaeus, 1758

Nomi comuni Umano, Uomo (ambiguo), Essere umano

Areale Pianeta Tellus, Ubicazione cosmica Via Lactea

Gruppo Locale, Quartiere Laniakea Supercluster."

Questo sottofondo culturale scientifico non ci fa essere tutti

automaticamente - cosa per vari motivi aborrita da molti - dei

"materialisti" (anzi in questo il pensiero materialista non cambia

proprio niente, l'uomo sempre "al centro", per "meriti selettivi" di

evoluzione, unico detentore di una dimensione mentale-

spirituale!), anzi ci può unire nel vederci parte integrante

dell'Ecosistema della Biosfera della Terra, anche se la nostra

cultura tradizionale - una fra le cinquemila umane storiche con

ciascuna il "suo" mito delle origini - si ispira al racconto di una

"Creazione" che insiste caparbiamente nel volerci

"metafisicamente" diversi.

 

La posizione della nostra specie in Natura, quindi anche la nostra

relazione con gli altri esseri viventi e senzienti, dipende dalla

nostra "visione" del mondo:

qualora mostruosamente "antropocentrica", la più diffusa nella

nostra cultura, da valore alle cose strumentalmente, solo "in

funzione umana", se "biocentrica" riconosce "valore in sé" a tutte

le entità "viventi", "ecocentrica" estende "valore" a tutte le entità

"naturali" e le loro relazioni.

Noi umani con le nostre culture siamo parte del Tutto, abbiamo

"valore in sé" come esseri viventi e senzienti, acquistiamo "valore

integrato" nelle mutue relazioni "naturali" con tutto il resto e

"sociali" con gli altri esseri senzienti, dando un più profondo

significato alla vita e riconoscendone la spiritualità "immanente",

che proprio nulla ha a che vedere con il contorto concetto di

"anima"quanto piuttosto la "sacralità" della Natura.

A dispetto dei pregiudizi "impostici" dalla non nostra cultura

giudaico-cristiana, gonfiati da obsolete visioni cartesio-

newtoniane, di umani dotati di libero arbitrio e resto della Natura

(altri animali compresi!) soggetto a "immutabili leggi fisiche",

ciascuna entità naturale, processo e sistema complesso, può,

esattamente come il cervello umano, non "a caso" prendere una

delle tante diramazioni create da instabilità delle forze sistemiche

- fisiche, energetiche o mentali che siano - con lo stesso grado di

previdibilità/imprevedibilità.

L'umano è un animale con vita soggettiva pari a quella degli altri

animali, parimenti "eticamente da rispettare", perché chiunque

individualmente viva, sia cosciente o consapevole, ami e soffra ha

"diritti soggettivi".

Noi "umani" sadici

Forme di violenza sugli animali, il loro immotivabile e

imperdonabile maltrattamento, tende ad aumentare non a

diminuire e deve essere oggetto di intensificato controllo,

prevenzione, denunce ed azioni penali, una  violenza spesso così

cieca e furiosa di noi umani contro di loro da doversi definire

"inumana" o "disumana", fino alla tortura e l'uccisione.

Rapporti come quello "Zoomafia" della L.A.V. - Lega

AntiVivisezione riporta dati agghiaccianti, di cui tutti dovremmo

vergognarci:

loschi traffici nazionali e internazionali della malavita organizzata,

1/3 dei processi per maltrattamento di animali con sentenza,

appena la metà di questi con una condanna, condannati per

maltrattamenti a cui è permesso tenere altri animali.

La crudeltà contro gli animali si può e deve combattere,

identificare gli aguzzini e gli assassini si può, a forze dell'ordine e

inquirenti vanno date risorse per condurre indagini più

approfondite, le pene devono essere certe e inasprite, si possono

creare e incoraggiare una diversa cultura e una nuova sensibilità

comune, cresce dal basso questo positivo fenomeno in modo

costante.

Aumentando le denunce, però, aumentano anche i casi per i

giudici e questo rischia di far diventare le cause per maltrattamenti

di animali "di serie B" fra le migliaia di altre, dilemma solo

risolvibile con più risorse e processi più rapidi, visti gli attuali

tempi lentissimi tipici della giustizia italiana.

Il problema culturale va poi risolto soprattutto a monte, nella

famiglia e a scuola, dove già da bambini si deve venire

sensibilizzati e "educati" al rispetto degli animali domestici e

familiari, ancora troppo spesso condiderati dagli adulti stessi,

genitori in primis, alla stregua di "giocattoli" da dare ai figli, per

capriccio e non per interesse responsabile, portandoli adolescenti

a rendersi colpevoli di violenze, triste fenomeno anche questo in

aumento, figlio di una cultura dell'animale come "oggetto".

È ormai imperativo per noi tutti e ciascuno, come per la società

intera, mettere fine ad insulsi atti individuali o collettivi di

cattiveria, a volte di puro sadismo, come la "caccia a randagio",

trappole, tagliole e cibi avvelenati, tutte esecrabili violenze senza

alcun dubbio da punire, che invece, anche se direttamente

testimoniate, il più  delle volte rimangono ancora oggi

sconosciute per indifferenza o silenzio omertoso.

  Noi "umani" ignavi e rei

Le leggi ci sono ma la vera rivoluzione è culturale, le forme di

comportamenti umani crudeli quotidianamente perpetrate nei

confronti degli animali, dall'inquinamento incurante di cui siamo

colpevoli, la plastica che li uccide e fra non molto ucciderà anche

noi, le costrizioni negli allevamenti intensivi per il nostro

eccessivo consumo di carne, "tradizioni" arcaiche che vorrebbero

giustificare violenze e torture inaudite, sfruttamento in circhi, zoo

e acquari per il nostro "intrattenimento"...

 

Dal punto di vista giuridico il maltrattamento degli animali, cioè

fare "volontariamente" del male a un animale, è ormai un vero e

proprio "delitto", punibile con sanzioni detentive oltre che

pecuniarie, ma i maltrattamenti sono così tanti e di così tante tipi,

alcuni più subdoli, ma non meno dolorosi, tutti ugualmente da

contrastare!

Ad esempio la legge "Delitti contro il sentimento degli animali" -

Codice Penale, Titolo IX Bis, Articoli 544 bis e seguenti - stabilisce

che chiunque causi la morte di un animale "per crudeltà" o "senza

necessità" venga punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni, ma

verrà punito dal Codice Penale non solo chi uccida un animale,

ma anche chi gli procuri "dolore" o "sofferenza", chi li obblighi ad

azioni "contro natura", chi li "abbandoni", chi li costringa a

"combattere", chi li tenga in "luoghi non adatti" alla loro

sopravvivenza, chi gli somministri sostanze stupefacenti, la

Regione Campania e la Regione Lazio vietano addirittura che un

cane sia tenuto "alla catena".

 

Ma sono ancora troppi i comportamenti che procurano dolore e

sofferenza agli animali:

troppi abbandoni di cani e gatti, una vera piaga sociale con 100

mila gatti e 50 mila cani all'anno, di cui la stragrande maggioranza 

rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti

(vedi la "cultura" dell'animale oggetto!), e questo nonostante

l'ordinamento giuridico preveda, in applicazione dell'Articolo 727

del Codice Penale, una reclusione fino ad 1 anno o da 1.000 a

10.000 euro di multa e non solo per l'abbandono dell'animale, ma

anche per la sua detenzione in condizioni incompatibili con la sua

natura, e per procurargli gravi sofferenze.

 

La detenzione di animali in zoo e il loro addestramento in circhi e

acquari per farli partecipare a spettacoli che attraggano adulti e

bambini, come pure il loro crudele sfruttamento in numeri di

strada, tutti animali messi "in vetrina", neanche a "scopi

educativi", per la curiosità e il "divertimento" umani, contro

l'etologia degli animali, privandoli della libertà a una vita contro

natura, contro le loro esigenze e abitudini, elefanti costretti a

rimanere in equilibrio su una zampa sola, tigri costretti a saltare

attraverso cerchi ardenti di un fuoco che istintivamente temono e

odiano, e poi cavalli, orsi, giraffe, rinoceronti e quelle così buffe

("umanamente" simili!) scimmiette, e ancora delfini, orche, foche,

tutti esempi di una crudeltà inutile e "diseducativa", uno

sfruttamento estenuante, trasporti anche lunghissimi tra un luogo

di esibizione e l'altro, per il resto una vita in gabbia...

Nel mondo, soprattutto in Paesi poveri o sottosviluppati, animali

da trasporto frustati a sangue, asini, muli e cavalli, dromedari,

cammelli ed elefanti, trascinati per il muso, stremati di forze,

piegati o schiacciati da un peso palesemente inappropriato a volte

scheletrici, denutriti, piagati da ferite aperte non curate, poco

riposo, nessuna ombra, costretti a lavorare sotto il sole cocente di

siti turistici o piantagioni dall'umidità insopportabile, un vero e

proprio calvario per tutti loro quanto le persone  che per pura

sopravvivenza devono sfruttarli insieme a sacrificare sé stesse.

Molti falsi "santuari" asiatici attraggono turisti in cerca di

emozioni estreme con tigri, elefanti e serpenti sedati, terribile

maltrattamento abituale contro questi animali selvaggi, facendo

leva sul fascino che esercitano quando in libertà, ma qui resi del

tutto "mansueti" e non reattivi a uso e consumo dei visitatori, tigri

e serpenti pericolosi altrimenti, fatti pigri, spenti e imbambolati,

toccabili e addirittura "baciabili" (!), elefanti che giocano a

pallone, dipingono quadri, sfilano apatici in fila indiana l'uno

codino nella proboscide, addestrati a lungo con crudele durezza

già da cuccioli, legati, tormentati e malmenati fino ad arrendersi

alle torture dell'aguzzino per il resto della loro vita.

L'Africa si è specializzata malvagia in "finti" safari di caccia, un

aberrante "turismo", crudele e senza etica, che già prima di partire

fa scegliere su un catalogo la vittima, leone, leonessa, leopardo,

zebra, giraffa o altro animale selvatico rinchiuso in recinto senza

possibilità di fuga, da abbattere "in tutta sicurezza" dal comfort

di un fuoristrada parcheggiato a debita distanza, una "foto

ricordo" dell'esecuzione capitale con la carcassa della povera

bestia, documento che sui social media provi il coraggio e l'abilità

del del temerario, e si torna a casa per vantarsene, l'ultima

degenerazione della "caccia grossa".

 

Altro capitolo nero la lunghissima, macabra lista delle intoccabili

cosiddette "tradizioni culturali" identitarie e tutte quelle "feste

folkloristiche" che "permettono" di maltrattare, torturare e

uccidere gli animali, spesso e volentieri inaudite torture collettive

sistematiche o "mattanze rituali" di oche, anatre, galli, gatti, cani,

asini e cavalli, tori, orsi, balene, queste intrappolate senza via di

scampo, non pescate, per essere sgozzate con lunghi coltelli

affilatissimi, migliaia di orsi della luna ingabbiati, mutilati senza

fine per la periodica, dolorosa estrazione di bile ad uso

medicinale, tori seviziati nelle famigerate corride e a migliaia

selvaggiamente uccisi nelle fiestas, lapidati, infilzati, bruciati,

torturati, castrati, affogati, con fanatico accanimento da uomini

sbronzi, euforiche donne, addirittura ragazzi e bambini, cavalli e

asini fatti galoppare tra le fiamme, migliaia di cani levrieri per tutta

la loro breve vita tenuti a pane e acqua in buche, addestrati a

correre a perdifiato spesso con metodi di tortura, legati dietro una

macchina o su tapis rulant fino alla morte, finita la stagione delle

gare massacrati nei modi più raccapriccianti, impiccati in

campagna, affogati in pozzi con una pietra al collo, zampe

spezzate lasciati per strada, fatti scappare bruciandoli vivi, milioni

di cani e gatti pressati e soffocati a lungo senza riparo, cibo né

acqua, in gabbie minimali, ammassate une sulle altre, per poi

"gustarli" durante speciali festival loro dedicati (!?), galli allevati

solo per ammazzarsi a vicenda in combattimenti o per venire

ritualmente sgozzati, anatre e oche costrette alle morti più atroci

fra le risate di un (dis)umano divertimento cannibalesco... 

La crudeltà strutturale di allevamenti "intensivi" in cui bovini,

maiali e galline vengono pasciuti artificiosamente in fretta per

fornire una popolazione umana planetaria sempre più affamata di

"carne", con sevizie chiamate "procedurali", innaturali mungiture

più volte al giorno per un latte da produzione casearia, non

allattamento, scrofe incastrate appena partorito per tenerle

nell'unica posizione dell'allattamento, "ruspanti" (!) in sterminati

gabbioni dove le zampe non toccheranno mai terra, solo grate

metalliche, sotto ininterrotta luce artificiale per aumentare la

produzione di uova, centinaia di migliaia di pulcini "di sesso

sbagliato" eliminati meccanicamente come spazzatura.

 

Tartarughe come tantissime altre specie marine, pesci e uccelli,

vittime collaterali di una pesca anche questa, neppure a dirlo,

"intensiva", avvelenate, soffocate e strozzate da "plastiche",

petrolio, reti a strascico e altri rifiuti di ogni sorta in oceani e mari

ormai "discariche", ridotti a trappole mortali dall'inquinamento

umano, che senza titolo ne tortura, uccide, estingue gli abitanti,

tutta un'altra immagine quella delle stragi quotidiane,  altro che le

foto e i video a mitraglia a ogni schiusa di uova, quando per un

momento siamo tutti "ecologisti", tutti a correre come bambini per

vedere, immortalare e mettere subito in rete quel "c'ero anch'io"

così tanto di moda, con il fiato sospeso a seguire le tartarughine

che arrancano verso il bagnasciuga, o per testimoniare commossi

quell'iconica tartaruga salvata, accudita e curata, rimessa in un

mare comunque destinato a tomba da un inquinamento facilmente

evitabile.

Noi "umani" pericolosi

Il maltrattamento degli animali è un comportamento umano

socialmente "inaccettabile", perché provoca intenzionalmente

dolore, sofferenza, angoscia e morte, sintomo di una crudeltà che

può ben essere preso come indicatore predittivo di ben "altra"

pericolosità sociale.

Piuttosto sintomo di situazioni esistenziali "patologiche" che da

violenze sugli animali porteranno, dati scientifici alla mano, a

violenze sulle persone, infatti casi estremi di omicidi seriali e

stragi di persone sono quasi sempre preceduti da tortura,

uccisione e stragi animali.

Insieme alla "piromania", impulso ossessivo a provocare incendi

o "mania incendiaria", espressione di volontà distruttiva anche nei

confronti di animali, si manifesta appunto "zoosadismo", crudeltà

contro gli animali, quel piacere sadico dal farli soffrire o ucciderli,

entrambi fra gli elementi predittivi di future scelte omicidiarie.

In particolare la crudeltà sugli animali si è dimostrata indicatore

affidabile di sviluppo di personalità abnormi socialmente

pericolose.

Tutto questo confermato dai casi concreti di molti serial killer,

efferati assassini che quasi tutti cominciano la loro "carriera

criminale" da bambini, torturando o uccidendo animali.

Lo possono fare "divertendosi" a catturare e rinchiudere in gabbia

uccellini, poi cani e gatti del vicinato, quindi a farci del tiro a

segno, lanciandogli contro frecce, sempre catturati e rinchiusi,

passano a squartarli e sezionarli con interesse morboso, ora

ragazzini solitari sofferenti affascinati dalla morte, che alla fine

arrivano addirittura a fotografare le proprie torture di dissezioni su

animali ancora vivi e farci esperimenti, sempre più affascinati dalla

morte, ma anche il suo prima e, ancora di più, il dopo, i

meccanismi della decomposizione...

  Noi "umani" e la legge 

Come abbiamo già visto, secondo il Diritto Penale ltaliano il

maltrattamento di animali è oggi "reato".

Previsto dall'Art. 544 Ter ai sensi del quale chiunque, "per

crudeltà" o "senza necessità", cagioni lesione a un animale, lo

sottoponga a sevizie, comportamenti, fatiche o lavori

"insopportabili" per le sue caratteristiche etologiche, verrà punito

con reclusione da 3 a 18 mesi o multa da 5 a 30 mila euro, stessa

pena applicata anche a chiunque gli somministri sostanze

stupefacenti o vietate o li sottopoga a trattamenti che procurano

danno alla loro salute, pena aumentata della metà se qualcosa di

tutto questo porti alla morte dell'animale, tutto a tutela del

"sentimento verso gli animali", la sensibilità degli umani verso gli

animali, formulazione introdotta dalla Legge 20 luglio 2004, n. 189,

aggiornata dalla Legge 4 novembre 2010 n. 201.

Costituisce quindi reato:

- cagionare a un animale lesioni

- sottoporre un animale a sevizie, comportamenti o fatiche o lavori

insopportabili per le sue caratteristiche etologiche

criteri di valutazione la specie, la sua biomeccanica, correlazione

fra struttura e morfofunzionalità, movimenti e carico dei muscoli

e delle articolazioni, conformazione individuale e qualità,

caratteristiche morfometriche, attributi comportamentali

/caratteriali, reattività emotiva, temperamento, parametri

fisiologici ed etologici indicatori di benessere, fisico, psichico

motivazionale e emozionale, quindi caratteristiche non solo

specie-specifiche ma anche individuali tipologiche costituzionali

ed attitudinali che influiscono sul suo naturale comportamento e

interazione sociale, grado di attenzione, curiosità, reattività a

stimoli sensoriali, equilibrio emotivo capacità empatiche

- somministrare a un animale sostanze stupefacenti o vietate

- sottoporre un animale a trattamenti che procurino danno alla sua

salute.

Il "dolo" richiede la coscienza e la volontà di arrecare danno

all'animale, circostanza "aggravante" la morte come conseguenza,

"non voluta", del maltrattamento (se voluta si configura il reato di

uccisione di animale!).

Alcuni chiarimenti per non lasciare adito a dubbi:

- termini come "lesione" e "sevizia" portrebbero a far ritenere che

"maltrattamento" sussista solo se dal comportamento umano

derivi all'animale un danno "fisico"

in tal caso resterebbero impunite, perché "impunibili", 

"percosse" dolorose, ma senza danno fisico evidente, e

associate condizioni di "paura" e "patimento" dell'animale

solo la pratica processuale potrà confermarne l'interpretazione

- il concetto di "crudeltà" è caratterizzato dall'agire per motivi

spregevoli, disonesti, ignobili, infami, vili, futili o ingiustificati,

espressione di compiacimento o di insensibilità con atti concreti

a infliggere sofferenze fisiche o psichiche

- il concetto di "assenza di necessità", quando non legittimato

"per difesa", personale o altrui, o da "stato di necessità" senza

opzioni, per evitare un pericolo imminente o un danno

giuridicamente apprezzabile
 

- un forse solo apparente problema di coordinamento fra

l'Art. 544 Ter, comma 1, e l'Art. 727, comma 2 del Codice Penale,

la difficoltà di cioè di distinguere fra "sottoporre gli animali a

comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche

etologiche" e "detenerli in condizioni incompatibili con la loro

natura", fa dedurre che si debba procedere per violazione

dell'Art. 727, comma 2 in caso l'animale subisca danno che causa

sofferenza, ma senza danno alla sua salute (?), e per violazione

dell'Art. 544 Ter, comma 1, del C.P. quando gli atti di costrizione

gli procurino danni alla salute.

Dichiarazione Universale

dei Diritti degli Animali

La "Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale", questo il

titolo preciso, redatta dalla Lega Internazionale dei Diritti

dell'Animale I.L.A.R. - International League for Animal Rights /

L.I.D.A. - Ligue Internationale des Droits de l'Animal, fondata a

Ginevra, Svizzera, nel 1977 Geneva Switzerland [I.D.A. - In Defence

of Animals, esiste solo dal 1983 - NdR] e poi presentata a Bruxelles

il 26 gennaio 1978 da personalità del mondo filosofico, giuridico e

scientifico.

Sarà solennemente proclamata e sottoscritta presso la sede

dell'UNESCO - L'Organizzazione delle Nazioni Unite per

l'Educazione, la Scienza e la Cultura a Parigi il 15 ottobre 1978,

presenti tra gli altri Remy Chauvin, etologo e scrittore, Alfred

Kastler, Premio Nobel per la Fisica 1966, S.E. Hamza Boubakeur,

rettore dell'Istituto Musulmano della Moschea di Parigi e il Prof.

Georges Heuse, Presidente della Lega Internazionale dei Diritti

dell'Animale, la delegazione italiana costituita dalla Dr. Laura

Girardello, il Dr. Giovanni Peroncini, il Prof. Mario Girolami e la

Prof. Clara Genèro.

Il documento, sottoscritto dalla L.I.D.A. - Lega Italiana dei Diritti

dell'Animale ed altre associazioni animaliste nel mondo, pur non

avendo valore giuridico, propone piuttosto un "codice etico" di

rispetto verso l'ambiente nella sua complessa interezza e verso

ciascun animale, in quanto "essere vivente".

La L.I.D.A. nasce nel 1977 e da allora si batte per il riconoscimento

giuridico dei diritti naturali dell'animale e contro tutte le violenze

di ogni tipo e di ogni genere sugli umani e non.

Pratica e promuove un cambiamento "culturale" nel nostro

rapporto con gli animali, che porti a stili di vita e a scelte politiche

fondate sul rispetto e la solidarietà verso tutti gli esseri viventi,

senza distinzione di specie.

Il "Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale" indica,

soprattutto sul piano giuridico, un "percorso" verso il

riconoscimento di diritti veri e propri all'animale, inteso come

essere "senziente", soggetto della propria vita e portatore di

interessi.

Dal XX sec si è sentita la necessità di un documento che

attestasse il rispetto di ogni forma di vita, espressa presa di

coscienza e di responsabilità dell'umano nei confronti degli altri

animali, in cui il loro "benessere" viene definito come "lo stato di

completa sanità fisica e mentale, che consente all'animale di vivere

in armonia con il suo ambiente" (OMS - Organizzazione Mondiale

della Sanità / WHO - World Health Organization, Agenzia delle

Nazioni Unite specializzata per le questioni sanitarie, istituita nel

1948, Hughes 1976).

Qualsiasi forma di "specismo", presunta supremazia di una specie

sulle altre, e di sfruttamento animale va fermata, mettendo così

fine all'inutile sofferenza di molti animali.

Perché il futuro della "civiltà"

dipende da tutti noi!

Di seguito il testo integrale della Dichiarazione in

Italiano, Inglese e Svedese.

"Dichiarazione Universale

dei Diritti degli Animali"

Premessa

Considerato che ogni animale ha dei diritti;

Considerato che la negazione e il disprezzo di questi

diritti hanno portato e continuano a portare l'uomo a

commettere crimini contro la natura e contro gli

animali;

Considerato che il riconoscimento da parte della

specie umana dei diritti all'esistenza delle altre

specie animali costituisce il fondamento della

coesistenza delle specie nel mondo;

Considerato che genocidi vengono commessi

dall'uomo e altri ancora se ne minacciano;

Considerato che il rispetto degli animali da parte

degli uomini è connesso al rispetto degli uomini tra

loro;

Considerato che l'educazione deve insegnare a

osservare, comprendere, rispettare e amare gli

animali sin dall'infanzia;

si proclama:

Articolo 1

Tutti gli animali nascono uguali davanti alla vita e

hanno gli stessi diritti all'esistenza.

Articolo 2

a) Ogni animale ha diritto al rispetto.

b) L'uomo, in quanto specie animale, non può

attribuirsi il diritto di sterminare gli altri animali o

di sfruttarli violando questo diritto.

Egli ha il dovere di mettere le sue conoscenze al

servizio degli animali.

c) Ogni animale ha diritto alla considerazione, alle

cure e alla protezione dell'uomo.

Articolo 3

a) Nessun animale dovrà essere sottoposto a

maltrattamenti e a atti crudeli.

b) Se la soppressione di un animale è necessaria,

essa deve essere istantanea, senza dolore né

angoscia.

Articolo 4

a) Ogni animale che appartiene a una specie

selvaggia ha il diritto di vivere libero nel suo

ambiente naturale terrestre, aereo o acquatico, e

ha il diritto di riprodursi.

b) Ogni privazione di libertà, anche se a fini didattici,

è contraria a questo diritto.

Articolo 5

a) Ogni animale appartenente a una specie che vive

abitualmente nell'ambiente dell'uomo ha diritto di

vivere e di crescere secondo il ritmo e nelle

condizioni di vita e di libertà che sono proprie

della sua specie.

b) Ogni modifica di questo ritmo e di queste

condizioni imposta dall'uomo a fini mercantili è

contraria a questo diritto.

Articolo 6

a) Ogni animale che l'uomo ha scelto per compagno

ha diritto a una durata della vita conforme alla sua

naturale longevità.

b) L'abbandono di un animale è un atto crudele e

degradante.

Articolo 7

Ogni animale che lavora ha diritto a ragionevoli

limitazioni di durata e intensità di lavoro, a una

alimentazione adeguata e al riposo.

Articolo 8

a) La sperimentazione animale che implica una

sofferenza fisica o psichica è incompatibile con i

diritti dell'animale sia che si tratti di una

sperimentazione medica, scientifica, commerciale

sia di ogni altra forma di sperimentazione.

b) Le tecniche sostitutive devono essere utilizzate e

sviluppate.

Articolo 9

Nel caso che l'animale sia allevato per

l'alimentazione deve essere nutrito, alloggiato,

trasportato e ucciso senza che per lui ne risulti

ansietà né dolore.

Articolo 10

a) Nessun animale deve essere usato per il

divertimento dell'uomo.

b) Le esibizioni di animali e gli spettacoli che

utilizzano degli animali sono incompatibili con la

dignità dell'animale.

Articolo 11

Ogni atto che comporti l'uccisione di un animale

senza necessità è un biocidio, cioè un delitto contro

la vita.

Articolo 12

a) Ogni atto che comporti l'uccisione di un gran

numero di animali selvaggi è un genocidio, cioè

un delitto contro la specie.

b) L'inquinamento e la distruzione dell'ambiente

naturale portano al genocidio.

Articolo 13

a) L'animale morto deve essere trattato con rispetto.

b) Le scene di violenza delle quali gli animali sono

vittime devono essere proibite al cinema e alla

televisione, a meno che non abbiano come fine

quello di mostrare una violazione dei diritti

dell'animale.

Articolo 14

a) Le associazioni di protezione e di salvaguardia

degli animali devono essere rappresentate a

livello governativo.

b) I diritti degli animali devono essere difesi dalla

legge come i diritti dell'uomo.