Capranica, Viterbo

sabato 26 settembre 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Messaggi di donne italiane

che continuano ad amare

tanto

 

                                   

 

                                   

 

 

 

di Doriana Goracci

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Storie di donne che continuano ad amare tanto, anche nella loro lotta

contro il silenzio

(Foto di repertorio)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

"Chissà se hai letto l'ultimo

messaggio".

 

La curiosità mi spinge avanti:

"Dopo lo strazio dei funerali, la

fidanzata di Giandomenico Pistonami,

Zueca Pizzo - come riporta il "Corriere

di Viterbo" - ha affidato il suo saluto in

una lettera che sarà pubblicata,

insieme ad altri documenti simili dei

parenti delle vittime, sul mensile

'Panorama' che sarà in edicola questa

mattina."

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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"Mi hai comprato una TV enorme che avremmo

messo nella nostra casa dopo il matrimonio - ha

scritto Zueca nella lettera affidata al settimanale.

 

Da quella TV ho sentito i telegiornali che

annunciavano la tua fine.

 

 

Ti abbiamo parlato l'ultima volta il 15 settembre.

 

Il 16 sera non c'era campo, ho mandato un SMS.

 

 

Chissà se l'hai fatto in tempo a leggerlo quella

mattina del 17 settembre, quando tutto è finito."

 

L'ho letto su un quotidiano online, Viterbo Oggi.

 

 

La pagina della buona cronaca si arricchisce di un

altro contributo:

"Donna soldato in servizio a Viterbo vince un

concorso di narrativa.

 

 

Il Tenente Carla Brocolini con un racconto durante la

missione di pace in Afghanistan.

 

Il Tenente Carla Brocolini, pilota di aereo in servizio

presso il Comando Aviazione dell'Esercito di

Viterbo, ha vinto il primo premio del "Concorso di

Narrativa" organizzato dall'Unione Nazionale Ufficiali

in Congedo d'Italia (UNUCI) presso la Scuola di

Telecomunicazioni delle Forze Armate di Chiavari.

 

 

Il Tenente Carla Brocolini ha vinto il premio con

un'intensa pagina di diario che racconta della morte

di un collega e amico durante la missione di pace in

Afghanistan.

 

Il Concorso era riservato a chi abbia prestato o presti

servizio nelle Forze Armate o nei vari Corpi di

Polizia, oltre a Croce Rossa Italiana, Vigili del Fuoco

e Penitenziaria."

 

 

Aggiungo io un'altra pagina, forse non ugualmente

intensa, scritta da Franca Caliolo che il 30 settembre

prossimo assisterà alla prima udienza preliminare

del processo penale dopo tre anni, per accertare le

responsabilità dell'incidente mortale accaduto negli

impianti dell'ILVA di Taranto al marito Antonino

Mingolla.

 

 

"Amore mio, è passato un anno da quando non ci sei

più.

 

 

Quante volte mi sono chiesta se non sentivi lo

squillo della mia chiamata, se proprio in quel

momento cadevi, se pensavi a noi.

 

Di quel giorno posso ricordare tutto, posso anche

rivivere lo straziante dolore di una realtà dura da

accettare, così dura da far crescere in un attimo i

nostri ragazzi, proiettati improvvisamente davanti

alla morte, quella del loro adorato papà.

 

 

Voglio credere che quel giorno il Signore ti abbia

fatto cadere tra le sue braccia, per portarti a vivere

una felicità mai provata prima.

 

Voglio credere che tu sia qui tra noi, che continui a

proteggerci col tuo amore e la tua tenerezza.

 

 

Dev'essere così, altrimenti non saprei spiegarmi

perché continuo ad amarti tanto e ad avere la forza di

vivere senza di te".

 

 

Franca non ha vinto nessun premio letterario, Franca

non è stata e non sarà pubblicata da nessun

Periodico illustre.

 

Franca Caliolo aspetta solo la data del prossimo 30

settembre.

 

 

"Ovvero, tre anni, cinque mesi e dodici giorni dopo

la tragica scomparsa di Antonino Mingolla.

 

L'appuntamento è quello dell'udienza preliminare del

processo penale per accertare le responsabilità

dell'incidente mortale occorsogli negli impianti

dell'ILVA di Taranto.

 

 

Antonino era dipendente della CMT, ditta

appaltatrice per lavori di manutenzione all'interno

del Cantiere ILVA.

 

Nel pomeriggio del 18 aprile 2006, durante la

sostituzione di alcune valvole sul condotto

principale del gas 'afo', utilizzato come combustibile

per fondere l'acciaio, Antonino morì avvelenato a 46

anni da esalazioni circa venti volte superiori il livello

tollerabile.

 

 

Era, a detta di chi lavorava con lui, 'esperto, attento,

prudente'.

 

ILVA e CMT hanno violato le prescrizioni sulla

Sicurezza?

 

 

L'ILVA non ha mai presentato le sue condoglianze ai

familiari delle numerose vittime cadute nel corso

degli anni, neppure per telegramma.

 

La CMT ha dichiarato fallimento nel 2007.

 

 

Portavoce di entrambe le Aziende hanno in qualche

modo dichiarato che la morte di Antonino è avvenuta

per sua responsabilità."

 

 

A dicembre del 2008, iniziavo un articolo dedicato a

Franca Caliolo e a quanti sono morti sul lavoro,

come adesso lo concludo:

 

"Forse è già passato un anno da quando mi trovai a

leggere una strana lettera, dapprima appariva scritta

da un uomo, poi capii che era una donna a scrivere e

lui era morto, all'ILVA.

 

 

E così leggo che non ha scritto solo una lettera…

 

Inizio dalla fine, il 6 dicembre di quest'anno, per

arrivare alla sua testimonianza, la fine del suo amore

e l'inizio di un altro tipo di amore che cammina e

lotta e non vuole viverlo da sola."

 

 

Sono storie di donne, molto diverse tra loro, che

continuano ad amare tanto, anche nella loro lotta

contro il silenzio, anche nel vestito o nella divisa che

indossano e di cui sono fiere, dei loro amori morti

per alcune, vivi per altre, non so per quali assurde

cause di pace o di lavoro sul Fronte dell'Esistenza.

 

Ritornando al primo messaggio letto sulla cronaca

locale, Viterbo Oggi o chi per esso, facendo

emergere questi messaggi li descrive come

"sentimenti che continuano ad intrecciarsi e che in

questo momento fanno di Zueca quella voce,

estremamente presente, dove invece il silenzio del

dolore invoca solitudine".

 

 

Scusateci se non ci sono donne, non siamo Anno

Zero, ma facciamo di tutto, credeteci, per intrecciare

Legami d'Acciaio, mettere insieme il pranzo con la

cena fosse pure una ribollita, scrivere per certe

invisibili, forse analfabete, che viaggiano verso la

terraferma, approdano in Case D'accoglienza e

Protezione, definite anche CPT prima, oggi CIE e

scusateci sopratutto, perché zitte non ci staremo

mai.

 

 

"L'elaborazione di un lutto non è mai facile se

riguarda una persona che si amava molto, ma,

quando le cause della morte portano ad affrontare un

processo, allora tutto diventa più difficile.

 

Ciò perché infinite volte se ne devono ripercorrere le

circostanze, riesaminare i particolari.

 

 

E quanto più a lungo il processo si trascina, tanto più

è difficile riappacificare i ricordi.

 

Franca Caliolo"