Trevignano Romano, Roma

lunedì 31 agosto 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Trevignano Romano -

Ferragosto... avvelenato!

 

                                   

 

                                   

 

 

 

di Franco Scalise

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

"Chiare, fresche e dolci acque" un corno: acqua sì, acqua no... -

"acqua" ancora?

(Foto di repertorio, grafica della Redazione)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Un manifesto invita a non bere mentre

si studiano i rimedi...

 

Da ASL, ACEA Ato2 e Comune, anche i

consigli per gli acquisti... di acqua

minerale!

 

Torna ancora a far parlare la situazione

della potabilità dell'acqua che esce dai

rubinetti di casa dei tre Comuni del

lago.

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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Un manifesto del Comune di Trevignano oltre a

denunciare lo stato attuale della potabilità delle

acque pubbliche, rilancia una serie di "consigli" che

dovrebbero preservare la salute, almeno dei

"soggetti" (così vengono indicati i giovani

trevignanesi) con meno di 14 anni, ai quali è

sconsigliato l'utilizzo dell'acqua pubblica.

 

Chiariamo subito che qui la colpa non è di nessuno,

nel senso che è la natura del territorio a provocare

l'allarme, considerato che le falde dei tre Comuni del

lago risultano inquinate, a causa della loro natura

vulcanica, da Fluoro, Arsenico e Vanadio.

 

Certo non è cosa di poco conto, non stiamo

parlando di elementi chimici di scarso valore, ma di

qualcosa che può provocare danni irreparabili alla

salute della gente, fino a provocare malattie mortali

come il cancro.

 

 

La cosa che ci stupisce è che tutta una serie di

considerazioni ora ci vengono in mente, o meglio,

vengono in mente agli Amministratori, alla ASL e ai

Gestori degli acquedotti, come se il caso fosse

esploso in queste ore e non che giri sui tavoli di

sindaci e assessori, di medici e tecnici sanitari, da

qualche anno, esattamente da quando la normativa

europea in merito ai criteri di valutazione della

qualità delle acque è cambiata e ha costretto l'Italia

ad uniformarsi.

 

Così accadde che i controlli effettuati sulle acque

risultarono "fatali" in qualche decina di Comuni del

Lazio, tra cui quelli del bacino sabatino, quelli del

Lago di Bracciano per intenderci.

 

Eccesso di Fluoro e Arsenico, in particolare, tant'è

che venne emesso una Decreto Regionale per

correre ai ripari, entro tre anni dall'emissione del

provvedimento: era il 2003 ora siamo nel 2009.

 

 

Come è sotto gli occhi di tutti non si risolse

alcunché, visto che ad oggi ancora vengono affissi

manifesti di allarme che dovevano essere affissi già

dall'epoca, ma tutti si guardarono bene dal farlo, sia

i Comuni che le ASL, nonostante la Normativa

Regionale obbligasse gli Enti a dare tempestiva

informazione alla cittadinanza:

se non avessimo lanciato l'allarme noi di Tre, dallo

scorso ottobre, ancora non se ne parlerebbe.

 

E da allora è successo che certi livelli, soprattutto di

Fluoro, hanno superato anche i limiti imposti dalla

Deroga Regionale;

è successo che ad Anguillara è stata chiusa la fonte

Claudia, (quella pubblica);

a Bracciano vietato il consumo dalle parti di Vigna di

Valle;

a Trevignano "sconsigliato" il consumo ai più

giovani (0-14 anni).

 

Sarà normale tutto questo?

 

 

Il manifesto che è apparso sui muri di Trevignano

è uscito in questi giorni però indica la data

dell'8 luglio 2009:

perché questo ritardo?

 

E in tutti questi anni come mai la ASL ha omesso,

pur avendone l'obbligo, di comunicare il rischioso

consumo di acqua pubblica?

 

Per non diffondere allarmismo?

 

 

Ma se loro stessi firmano, congiuntamente ad ACEA

Ato2 e Comune di Trevignano un manifesto di

"avviso", vale a dire di messa in guardia, per la

presenza di inquinanti chimici, come pretendono che

la gente non si allarmi?

 

È così che tutelano la salute pubblica?

 

Omettendo di dire la verità alla gente che, ignara, in

tutti questi anni ha continuato a bere e a utilizzare

l'acqua per tutti gli usi domestici?

 

 

E se non fanno male questi valori "anomali", perché

si prodigano nell'annunciare che stanno

provvedendo affinché il problema sia risolto?

 

Qui ci sono un sacco di cose che non tornano.

 

Noi per nostre ricerche, sappiamo che l'abbattimento

di certi valori si ottiene con due metodi:

osmotizzazione e miscelazione.

 

 

La prima presuppone l'utilizzo di depuratori muniti

di filtro che assorbono il 99,99 % dei residui fissi e

degli elementi chimici presenti nell'acqua, anche se,

nel manifesto di cui parliamo nell'articolo, i firmatari

ribadiscono l'inefficacia dei depuratori domestici (a

noi risulta il contrario).

 

La seconda prevede l'immissione nelle condotte di

acqua priva di elementi chimici, soprattutto di Fluoro

e Arsenico, fino ad abbassare i livelli ai limiti

consentiti.

 

Nel primo caso per ottenere un risultato

soddisfacente bisogna sacrificare un litro d'acqua

per ottenerne uno potabile.

 

 

Alla luce di questo, quale metodo pensano di

adottare gli esperti dei Comuni e dell'ACEA?

 

 

Ve l'immaginate quanto spreco, e con che costi, se

venisse in mente di depurare un pozzo che tira fuori

40 litri al secondo?

 

20 vanno persi e 20 immessi in condotta.

 

Ma quelli scartati dove vanno a finire?

 

E il costo di tanto spreco a carico di chi sarà:

dei cittadini?

 

 

L'ACEA ha un acquedotto, il più importante della

Regione Lazio, quello del Peschiera, che non passa

distante dal lago:

perché invece di promettere nel manifesto la

soluzione del caso (evitando di spiegare con quale

mezzo intende procedere) non immette acqua

"pulita" nelle condutture dei tre Comuni del lago?

 

O, almeno, in quelle di Trevignano visto che ne

gestisce l'utilizzo?

 

Ecco dunque il regalo di Ferragosto fatto alla gente

del lago, le solite promesse, i soliti impegni, le solite

chiacchiere tanto per non farsi dire di non aver fatto

nulla per risolvere il problema che intanto esiste e

resiste.

 

 

L'ultima beffa riguarda il consumo di acqua

minerale:

nel manifesto si sconsiglia di bere quella con

presenza eccessiva di fluoruri, omettendo, ancora

una volta, di indicare quali sono i metodi di

valutazione delle acque minerali la cui qualità va

valutata sulla conducibilità elettrica che se superiore

a certi valori provoca più danni di fluoro e arsenico

messi insieme.

 

Ma questa è un'altra storia.

 

Noi continueremo la nostra battaglia e continueremo

ad avvertire la gente sul pericolo derivante dai valori

elevati di inquinanti chimici ma anche e soprattutto,

dai mancati interventi di chi preposto alla tutela della

salute pubblica.