Bracciano, Roma

venerdì 20 marzo 2009

   

 

                                   

 

                                   

 

 

 

Il "Comitato per la Difesa

dell'Ospedale" chiede

interventi urgenti

 

                                   

 

                                   

 

 

 

di Iris Novello

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

Bracciano, Roma, un momento della manifestazione all'ingresso

dell'Ospedale

(Foto © Iris Novello)

   

 

                                   

 

                                   

 

                                   

 

 

"Difendiamo la nostra struttura,

difendiamo la nostra salute" è il

messaggio lanciato oggi dal "Comitato

per la Difesa dell'Ospedale" durante

la manifestazione organizzata davanti

al nosocomio braccianese.

   

 

                                   

 

                             

 

                                   

 

                         

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Dopo la raccolta di firme effettuata all'ingresso

dell'Ospedale, un corteo formato da una cinquantina

di persone ha percorso la centrale Via Principe di

Napoli scortato dalle Forze dell'Ordine e si è portato

in Piazza IV Novembre sotto il Municipio.

 

"Nessuna risposta concreta è giunta dalle autorità

competenti" hanno ribadito alcuni consiglieri di

minoranza presenti alla manifestazione perché "dopo

aver occupato il pomeriggio del 9 gennaio la sala

consiliare ed esposto durante il Consiglio Comunale

"aperto" del 15 gennaio tutte le problematiche che

sta attraversando il nosocomio, anche in seguito alla

riunione con la Commissione Sanità che si è svolta

in Regione il 24 febbraio, l'Ospedale a tutt'oggi soffre

di notevoli carenze che vanno al più presto affrontare

e risolte".

 

 

Il Comitato ha chiesto che "venga riaperto con

urgenza il Reparto Ostetricia" chiuso già dal 10

dicembre "con l'attivazione di cinque posti letto

pediatrici per osservazione breve.

 

Il potenziamento del personale del Reparto di

Ortopedia che gode della fama di eccellenza e corre il

rischio di chiusura come il Reparto di Ostetricia-

Ginecologia, visto che attualmente ci sono solo

cinque medici ortopedici che prestano servizio nelle

ore diurne e per garantire una turnazione h 24 ne

servono almeno otto.

 

 

Un pronto soccorso di primo livello per la

stabilizzazione dei malati, fornito di Unità Coronarica

e stanze separate per l'accettazione pediatrica.

 

Lo scorporo del Padre Pio dal San Paolo di

Civitavecchia, come è stato proposto durante la

riunione in Commissione Sanità, e l'accorpamento

all'Ospedale Sant'Andrea, a noi più vicino ed

accessibile con mezzi anche pubblici".

 

 

Altri interventi chiesti a gran voce dal Comitato per la

Difesa della Salute sono "l'abbattimento delle liste

d'attesa, che si potrebbe ottenere con la

razionalizzazione del personale in vista ad una

attività ambulatoriale ad orario prolungato" e

l'attuazione di "concorsi pubblici per la copertura dei

posti da dirigente" perché "sia il Direttore Sanitario

facente funzioni, sia i Primari di alcuni reparti sono

stati assunti per incarico diretto".

 

Alla manifestazione hanno aderito anche alcuni

operatori sanitari, oltre ai rappresentanti del

Sindacato Aziendale CIMOo ASMD e la Federazione

Italiana Lavoratori Autonomi della Sanità (FIALS).

 

Il consigliere e membro della Commissione sanità in

Regione, Tommaso Luzzi, si è unito ai manifestanti

ed ha elogiato il personale sanitario in servizio

perché "se quei pochi reparti ancora attivi stanno

funzionando lo si deve ai turni massacranti che

stanno facendo".

 

 

Il Consigliere Regionale ha anche annunciato che

chiederà un incontro con il Prefetto per sottoporgli

la situazione di degrado in cui versa il nosocomio ed

ha accusato la Giunta Regionale di avere fino ad ora

elargito solo promesse.

 

La giornata gelida e lavorativa non ha giocato a

favore della partecipazione "corale", ma, come ha

sottolineato un partecipante alla manifestazione, "le

piccole febbri possono generare grandi influenze ed

epidemie fra quanti non si curano della salute altrui".